mercoledì 29 febbraio 2012

TRENOinCORSA [GENOVA]

 
Ad oggi è solo un biglietto ma il nostro Clan/Fuoco farà il l'impossibile affinchè tutti possano partire con questo treno speciale per Genova. Un treno-in-corsa inarrestabile... sappiamo da dove partiamo e dove andremo ma tutto il resto non rimane imprevedibile. Forse non dormiremo. Forse non mangeremo. Forse ci annoieremo. Forse sarà più dura che divertente. Forse.

giovedì 9 febbraio 2012

servizio sul territorio alla Scuola di Italiano

Ciao, io mi chiamo Agnese, e tu come ti chiami?
Ormai per me è l'ultimo anno di Clan e dopo tre anni passati come scolta in servizio in Reparto o in Branco, dopo tutte le avventure passate con ragazzi e bambini, è arrivato il momento e l'occasione di provare anche l'avventura in “extra”, che sta per extra-associativo o, come si dice adesso, servizio sul territorio. Non sono però da sola in quest’impresa: mi affianca infatti Nicla, al primo anno di Clan.
“Ciao, io mi chiamo Agnese, e tu come ti chiami?”, “Tu come stai?”.
Questa frase, che può sembrare banale, in realtà è l'inizio di un'esperienza e racchiude il senso del servizio che facciamo.
A lezione ci troviamo di fronte uomini, donne e ragazzi, che provengono da Paesi più o meno lontani; hanno storie tutte diverse e parlano arabo, albanese, russo, spagnolo. Sono qui tutti con uno stesso obiettivo: imparare l'italiano e fare amicizia.
L'aspetto della socializzazione è forse quello più facile, la voglia di divertirsi accomuna tutti e per fare una partita a biliardino dopo la lezione non sono necessarie troppe parole.
Nell'insegnamento vero e proprio bisogna fare quel passo in più, chiedere consiglio a chi già vive questo servizio, utilizzare libri e ascoltare i consigli di insegnanti di professione; ma soprattutto prendere fiato e...buttarsi!
Non abbiamo l'obbiettivo di far conoscere un linguaggio professionale o aziendale, ma frasi e parole che servono nella vita di tutti i giorni, per spostarsi o andare a fare la spesa, e, a quelli che già l'italiano lo parlano anche abbastanza bene, perché sono in Italia da diversi anni o perché la loro lingua madre è simile alla nostra, insegniamo la grammatica vera e propria, facendo capire l'importanza per esempio delle doppie e degli articoli (elementi che quando sentite parlare uno straniero vengono omessi l’ottanta per cento delle volte).
[Luca e Giacomo in servizio alla cena di Natale] - [Hyro e Andrea]

L'integrazione e la possibilità di far vivere al meglio il loro soggiorno qui nel nostro Paese sono gli obiettivi principali della Scuola di italiano: tentiamo di perseguirli attraverso l’insegnamento della lingua italiana, che diventa lo strumento per conoscerci e apprendere qualcosa in più delle nostre culture, in uno scambio di parole, di ricette, di usi, di costumi e, soprattutto, di storie di vita.
Tutto questo io lo vedo come un piccolo passo di una comunità che cerca e vuole essere più aperta, e soprattutto che vuole andare oltre i soliti stereotipi e pregiudizi sugli stranieri. Concludo salutando tutti e dicendo le uniche due parole, purtroppo, che mi ricordo in arabo:
tusbah ala khair e leila saida, che rispettivamente significano “buona notte” e “notte felice”!!

Agnese
Clan/Fuoco “Il Girasole”